Curiosità (non) Sonore: le PAUSE, ovvero quando l’ascolto si fa serio.
Le fasi di un progetto sonoro seguono di norma questa sequenza: registrazione, editing, mixing e mastering. Tuttavia, capita spesso di non essere soddisfatti di ciò che si è registrato e di dover intervenire anche in fase di mix per correggere qualcosa. In un progetto le variabili sono molte, e raramente si dedica abbastanza tempo per ascoltarle e verificarle nel dettaglio: dizione, fonetica, interpretazione, una frase pronunciata male, una parte vocale o strumentale poco convincente possono rendere necessaria una o più nuove registrazioni. E non sempre da soli si ha la lucidità di capire se la strada è quella giusta. Condividere il risultato con un fonico o con una Vocal Coach rende il percorso più chiaro, veloce, efficace.
L’ascolto deve avere il suo spazio, e la verifica diventa una pratica essenziale. Aspetti tecnici e artistici si intrecciano senza sosta, e trovare il giusto equilibrio tra tecnica ed espressività richiede tempo, spesso più di quanto si preveda. Un artista inesperto tende a voler chiudere tutto in fretta, registrazione, editing, mix e master, tutto di fila, ma le orecchie si saturano, e ciò che sembrava funzionare il giorno prima improvvisamente non convince più.
Il valore delle pause
L’esperienza in studio richiede preparazione e consapevolezza: è necessario dedicare tempo all’ascolto e prevedere pause tra le varie fasi. Il processo ideale?
• Si scalda la voce, si prova il microfono, si registra → PAUSA → si ascolta.
• Si registra di nuovo → PAUSA → si riascolta.
• Si edita, si riascolta → PAUSA.
• Dopo le registrazioni → PAUSA (caffè, sigaretta?) → si riascolta tutto.
• Un altro giorno si fa il mix → PAUSA.
• Un altro giorno il mastering (confrontando il brano con riferimenti di genere) → PAUSA.
L’ideale sarebbe cambiare studio per ogni fase: registrazione ed editing in uno, mixing in un altro, mastering in un altro ancora. Un fonico che ascolta il brano per la prima volta ha una visione più chiara su dove intervenire rispetto a chi segue l’intero processo.
L’ascolto deve anche variare per sorgente e ambiente: in studio, a casa, in auto, nelle cuffiette, in una piccola cassa. Personalmente, preferisco attendere qualche giorno prima di riascoltare un brano. Poi ascolto in modo distratto, come se la canzone arrivasse da una radio mentre sto facendo altro. Strano? Provare per credere. Spesso emergono dettagli da correggere, elementi superflui da eliminare, frequenze da riequilibrare.
Così si capisce che per 4 minuti di musica servono ore e ore di pazienza.
E se fosse un intero arrangiamento? Gran bei respiri. PAUSA. Prepariamo un buon caffè.
R.B.
Nella foto sottostante alcuni artisti del TUMTUM Studio – LXL, Mathieu, Amàli, Don Komalane, Junior Mention, Priam – mentre ascoltano il loro brano. Sarà la versione definitiva?
P.S. Gli argomenti di Curiosità Sonore sono presentati in modo semplice e accessibile, con l’intento di stimolare la curiosità del lettore e invogliarlo ad approfondire il tema.
